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RAP Architettura

Officina – Bologna Attiva

 

RAP ARCHITETTURA sono Guido, Francesco e Paolo. Tre architetti freelance che hanno deciso di mettersi in gioco, unirsi e iniziare a collaborare, mettendo ognuno le proprie esperienze al servizio dell’altro. Lo spazio DumBO è il loro punto di ritrovo, dove si incontrano, si confrontano, collaborano e creano nuovi progetti in sinergia l’uno con l’altro.

 

Ciao, raccontateci di voi! Siete in tre, giusto?

Francesco: Sì! Io e Paolo ci siamo conosciuti all’università, anzi dal liceo se vogliamo essere precisi. Era già un annetto che dicevamo che sarebbe stato bello trovare uno spazio di lavoro insieme. Poi quando io ho iniziato a pensare di tornare da Londra, a Paolo è venuta in mente questa cosa e mi ha detto: “Guarda, io e Guido stiamo cercando uno spazio per lavorare insieme, se vuoi unirti…” e da lì abbiamo iniziato. Questa è la storia di come ci siamo incontrati!

Guido: Ero venuto qua la primavera scorsa con un amico che stava cercando uno spazio in cui fare una palestra. Tra le cose, è venuto fuori che stavano per sistemare l’Officina, ero un po’ interessato, mi affascinava il progetto. Dopo qualche mese, ho mandato una mail ed eccoci qua!

 

Di cosa vi occupate?

Guido: Ci occupiamo di progettazione architettonica e quello che ne deriva. Poi magari io e Paolo abbiamo lavorato più sul territorio, mentre Francesco invece ha un orizzonte un po’ più ampio.

Francesco: Avendo lavorato gli ultimi sei anni a Londra, ho mantenuto i contatti lì e i miei clienti sono altri studi di architettura per i quali seguo i progetti di base. Sono un architetto freelance, per cui tipicamente un cliente che ha uno studio di architettura mi affida un progetto, io lo seguo dall’inizio fino alla fine. In Inghilterra l’architetto va molto meno in cantiere rispetto a qua in Italia ed è per quello che riesco a lavorare da remoto.

 

Qual è la vostra mission? E i valori che vi spingono a fare questo lavoro?

Paolo: Per quanto mi riguarda è un discorso “egoistico” di passione per il lavoro che faccio, mi piace. Mi piace perché vedo che può cambiare, non è sempre uguale e mi rendo conto che il nostro lavoro abbia anche un “risvolto sociale”, perché uno lavora negli spazi in cui abitano le persone, per cui può aggiungere qualità alla loro vita. 

Guido: Per me parte da un’esigenza personale, poi è chiaro che riuscendo bene in quello che si fa, automaticamente si riesce anche a contribuire in maniera positiva alla società.

 

Nel mondo dell’architettura c’è la divisione tra chi è più per l’estetico e chi più per il sociale?

Francesco: Per la mia esperienza, la maggior parte dell’architettura è fatta da tecnici per motivi tecnici. L’architettura ha un senso estetico, certo, però il grosso del lavoro è tecnico: secondo me, noi siamo dei tecnici più che degli artisti.

Paolo: Nell’ambito residenziale l’aspetto tecnico prevale, però la nostra professione ovviamente abbraccia anche aspetti più artistici, più concettuali. La cosa bella della nostra professione è che è abbastanza ampia, no?!

Francesco: Non c’è un aspetto artistico e un aspetto tecnico, l’architettura è un po’ una fusione delle due. Hai le competenze tecniche, ma sei anche un po’ umanista.

 

Voi collaborate o ognuno lavora singolarmente sui propri progetti?

Francesco: Ne stavamo parlando proprio l’altro giorno! Io e Guido abbiamo fatto una piccola collaborazione più che altro per testare come fare.

Guido: Dallo scambio alla fine nascono idee nuove, specie nel nostro ambito che sta diventando sempre più complesso e che ha bisogno sempre più di specializzazione, quindi o ti specializzi molto e lavori singolarmente o devi abituarti a lavorare in team

Paolo: Io sono contrario alla specializzazione: vedo il confronto come un arricchimento, perché permette di imparare sempre qualcosa di nuovo.

 

Come mai avete scelto di venire al DumBO? Cosa vi aspettate da questo spazio?

Francesco: io sono stato molto positivamente colpito fin da subito: la sinergia che poteva crearsi fra diversi soggetti creativi mi ha attirato molto. E poi c’è il bar!

Paolo: Sono d’accordo anche io. Pian piano, soprattutto nell’ultimo periodo, sto apprezzando sempre di più questo spazio e anche il rapporto umano.

Guido: A me gasava la cosa di avere uno spazio con tante cose da fare, tante funzioni, anche il bar che è motivo di socialità. Tra l’altro, la mia tesi di laurea era su un progetto simile a questo: quello del recupero del patrimonio dismesso, spesso di natura industriale, è un tema che si studia molto all’università di architettura. Ci sono tantissimi esempi di aree urbane nel settore produttivo che sono da riconvertire quindi è un tema molto interessante, magari per noi che abbiamo fatto questo tipo di studi, ed è interessante soprattutto esserci dentro e viverlo.

 

Per info: rap.architettura@gmail.com

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