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Tatanka

Blocco 19

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Chi siete?

[S.]: Siamo Sara Ceradini, Francesco Fadani e Jacopo Undari, siamo i fondatori del progetto Tatanka e lavoriamo tutti e tre a cavallo di più mondi: comunicazione, grafica, editoria, illustrazione, didattica…

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Qual è la vostra storia?

[F.]: “La storia di Tatanka è quella di progetto editoriale e artistico che nasce nel 2018, a Urbino. È nato inizialmente come una rivista, volevamo raccontare i principali fatti di attualità attraverso l’illustrazione, la grafica, le immagini. La pubblicazione funzionava in questo modo: ogni due mesi coinvolgevamo 10 illustratori, grafici, artisti, e ad ognuno di essi assegnavamo un tema di attualità da raccontare attraverso un manifesto. La rivista diventava così il raccoglitore di 10 manifesti, diventava un oggetto particolare, scomponibile, che non poteva essere letto “linearmente”, ma aveva bisogno di occupare uno spazio fisico. Siamo partiti stampando in A3, un formato relativamente piccolo, ma siamo passati poi rapidamente a stampare su dei 50×70 cm, in modo da rendere la rivista più ingombrante. In un certo senso volevamo che fosse “scomoda”, volevamo che il lettore si prendesse il proprio tempo per leggerla, scomporla, capirla. Il prossimo passo probabilmente è quello di intervenire direttamente sulle facciate dei palazzi! [ride, ma sembra serio ndr].

[J.]: “Essendo un’autoproduzione, inizialmente non avevamo grandi numeri: per distribuire la rivista organizzavamo in occasione di ogni pubblicazione degli eventi, dei laboratori, delle residenze o delle talk, in modo da presentare il nostro lavoro al pubblico e coinvolgerlo direttamente dentro al progetto. Col tempo questo tipo di attività didattiche e di condivisione sono diventate il vero fulcro del progetto, siamo riusciti a creare intorno a noi una rete sempre più ampia di artisti e collaboratori, e adesso Tatanka non è più solo una rivista, è diventato piuttosto uno studio di progettazione grafica, un progetto rivolto alla didattica, un progetto artistico. Lavorando in questo modo siamo arrivati a Bologna, Urbino, Verona, Bruxelles…”

tatanka journal

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Momento momento momento: questo vuol dire che la rivista non è l’unico progetto in cantiere?

[F.]: “Hai capito bene! Tatanka Journal è stato il nostro primo progetto editoriale, ed è tuttora qualcosa di fortemente identitario, ma poi “Tatanka” è diventata un’entità separata, che lavora anche su progetti di altro genere. Ma alla base del nostro lavoro c’è sempre la volontà di dialogare con il territorio e di creare qualcosa che possa avere una valenza sociale e non solo estetica: per questo è molto importante la parte laboratoriale, perché permette di creare una partecipazione e un coinvolgimento diretto nel progetto.”

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Fatemi un esempio.

[S.]: “Un progetto di cui siamo contenti è per esempio la collaborazione con Artribune, di cui abbiamo curato le copertine durante tutto il 2020: Tatanka si è “insediato” sulle copertine di Artribune, realizzando immagini che hanno cercato di raccontare i momenti più significativi di questo periodo storico, come la pandemia, il lockdown, il Black Lives Matter, le elezioni americane. Abbiamo portato avanti un progetto in un certo senso parallelo e slegato dai contenuti effettivi della rivista.”

[F.]: “Poi, a Bruxelles, con due classi dell’Università Esa Saint-Luc, abbiamo tenuto un workshop di editoria e autoproduzione, in cui i ragazzi hanno provato a costruire il loro numero di Tatanka Journal: era l’anniversario della caduta del muro di Berlino, e quindi proprio “il muro” è diventato il filo conduttore della rivista, affrontato da diversi punti di vista. Ecco, credo che la cosa più bella che stiamo facendo è proprio quella di creare un percorso che ci porta a progettare qualcosa da lasciare al luogo che ci sta ospitando.”

Artribune

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Ma tornando alla rivista: le notizie? Gli artisti? Insomma, come trovate il materiale?

[J.]: “La nostra idea era quella di ispirarci alla struttura dei periodici, ma traducendo il racconto giornalistico in un racconto per immagini. Abbiamo deciso di pubblicare ogni volta dieci notizie, dividendole in notizie nazionali, internazionali, di cultura, di scienza, etc.: ma questa ripartizione così rigida è durata poco, abbiamo deciso di concentrarci sempre di più su quelle specifiche tematiche di attualità che ci sembrano più interessanti e stimolanti da tradurre in manifesti.”

[F.]: “Per quanto riguarda la ricerca degli artisti: inizialmente collaboravamo solo con illustratori, ma col tempo ci siamo resi conto che sarebbe stato interessante coinvolgere anche artisti dai backgound differenti, quindi grafici, fotografi, type-designer, fumettisti. Volevamo essere liberi di pubblicare qualsiasi genere di manifesto e di immagine, e pensiamo tuttora che questo tipo di diversità dia un valore aggiunto alla pubblicazione.”

[S.]: “Per ogni notizia cerchiamo l’artista che per il suo approccio ci sembra essere perfetto: non vogliamo condizionarli in nessun modo nel loro lavoro, semplicemente prendiamo delle scelte editoriali che ci permettono di avere una rivista omogenea e coerente, pur nella varietà di stili e di artisti.”

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E se ne volessi una copia?

[J.]: “Ecco, il nostro progetto è durato un anno e mezzo, alla fine del quale siamo riusciti praticamente a distribuire tutte le copie prodotte. Finito il primo ciclo di pubblicazioni, abbiamo deciso di prenderci una pausa, per ragionare su alcune sperimentazioni che ovviamente non potevamo fare prima, dovendo rincorrere le scadenze che una rivista bimestrale come questa ti impone. Ora però siamo vicini ad iniziare un nuovo progetto ed una nuova produzione, quindi a breve se vorrai potrai ordinare direttamente dal nostro sito le prossime pubblicazioni!”

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Passiamo ora alla domanda delle domande: da dove arriva il vostro nome?

[J.]: “Ooooh, finalmente! Non aspettavamo altro [ride]: Tatanka significa “BISONTE” nella lingua dei Lakota, dei nativi americani. Ogni anno questa tribù si riuniva e dipingeva sulla pelle di bisonte dei pittogrammi che rappresentavano, per l’appunto, gli avvenimenti più importanti dell’anno. È un po’ quello che facciamo noi: fermiamo la memoria degli avvenimenti attraverso le immagini”.

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Ci piace! Prossima cartella: qual è la vostra mission?

[J.]: “Che domanda, siamo un progetto editoriale, quindi la nostra mission non può che essere: “Non morire!”. A parte gli scherzi, vogliamo consolidare la nostra idea, far crescere la rete di artisti coinvolti, realizzare immagini di qualità per veicolare pensieri, cultura, arte.”

[F.]: “Poi come studio di progettazione grafica siamo impegnati su diversi fronti, e ovviamente ogni nuovo lavoro richiede un’attenzione particolare alle specifiche esigenze di quel progetto o di quel committente.”

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Perché proprio DumBO?

[J.]: “Siamo arrivati qui perché siamo entrati in contatto con alcuni progetti già inseriti all’interno di questa rete, e soprattutto perché condividiamo la mission di DumBO, crediamo davvero possa diventare un punto di riferimento per la città e per la sua periferia”.

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Last but not least: se Tatanka fosse una canzone, che sound avrebbe?

[F.]:Nickodemus N’Dini (Tal M Klein Remix), indiscussa colonna sonora delle nostre serate ad Urbino”.

 

 

 

Contatti
Website: http://tatankajournal.com/
Facebook: https://www.facebook.com/tatankajournal/
Instagram: https://www.instagram.com/tatanka_journal/

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