24Frame Future Film Fest è il primo festival italiano dedicato ai film d’animazione, VFX e alle media arts, è un evento annuale che riunisce arte, industria e nuove tecnologie, dal 2021 promosso e prodotto da Rete Doc.
Il cinema d’animazione è la nostra passione. Ma non solo… per noi è la freccia più alta del contemporaneo, quel contemporaneo che punta alla sintesi, all’interazione continua di segno e senso con gli spettatori che diventano player, giocatori, user, e a loro volta produttori di contenuto. Insieme all’animazione, infatti, esploriamo con entusiasmo anche il gaming, la realtà aumentata, la realtà virtuale, il metaverso, il mapping.
Gli effetti visivi, che sono sempre più utilizzati nelle pellicole in live action, trasformano il reale sfruttando l’animazione e portando il cartoon ad essere protagonista di film e serie come AVATAR, MISSION IMPOSSIBLE, DUNE o LOVE, DEATH AND ROBOTS, STRANGER THINGS e CARNIVAL ROW. Animation is film: il cinema d’animazione non è un genere, ma una tecnica. Ce lo hanno insegnato gli orientali: dal thriller all’horror, dal fantasy al poliziesco, dal fanta-politico al documentario, dalla fiaba al noir. Il motto di #animationisfilm, promosso da Guillermo del Toro parlando del suo ultimo successo Pinocchio, è il nostro motto.
Qual è la vostra mission?
24Frame Future Film Fest ha tre obiettivi principali.
Portare il cinema d’animazione ad essere considerato il linguaggio del cinema contemporaneo per eccellenza.
Dare valore a chi lavora nel mondo dell’animazione, degli effetti visivi e del gaming, facendo incontrare i professionisti italiani ed internazionali del settore: workshop, pitching, recruiting, concorsi internazionali sono gli strumenti principali che utilizziamo.
Formare il pubblico e i giovani sui temi dell’animazione e degli effetti visivi: screenings, masterclass, panels e focus sono le attività che portiamo avanti tutto l’anno.
Come avete iniziato? Cosa vi ha spinto?
Il Future Film Festival nasce alle soglie del 2000, anno emblematico di un futuro imminente e lontanissimo allo stesso tempo, che Kubrick già alla fine degli anni Sessanta raccontava con un visionario messaggio: “Il fatto terribile riguardo all’universo non è la sua ostilità ma al contrario la sua indifferenza. Per quanto sia vasto il buio là fuori noi dovremo sempre supplire con la nostra piccola luce”. (Stanley Kubrick, 1969).
Il futuro visto come grande ignoto e come momento di ripensamento della figura dell’uomo nell’universo e in una scala cosmica. “La distruzione dell’universo non avrebbe alcun significato se guardata dal punto di vista di una grandezza cosmica”.
Anche il cinema alla fine degli Anni Novanta subiva grandi trasformazioni e andava incontro all’ignoto. Il computer diventava centrale nell’elaborazione delle immagini e allo stesso tempo nella vita quotidiana delle persone (e-mail, World Wide Web).
Dalla presenza ‘intelligente’ di un computer in 2001 Odissea nello spazio, futuribile visione del genio di Kubrick, si passa ai computer in grado di generare immagini in movimento.
E la finzione, il gioco tra reale e virtuale, l’incursione di attori reali in scenari virtuali, o personaggi digitali in set reali, crea la più magica illusione di tutti i tempi, quella sognata già da George Meliès. Il cinema d’animazione, segno magico della finzione per eccellenza, non può che entrare a pieno titolo in questo universo.