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BackBO: azioni concrete per una Bologna zero waste

BackBO si definisce un hub di economia circolare che facilita la transizione verso una Bologna a rifiuti zero. Lo fa partendo dal basso, organizzando workshop sul riciclo creativo della plastica e fornendo un servizio di bicchieri riutilizzabili per eventi e cercando nuovi modi per riutilizzare la plastica di scarto all’interno del suo laboratorio.

“Siamo in quello che era lo spogliatoio femminile, all’interno del Blocco 19, in basso a sinistra”. Come ci ha spiegato Pietro Ceciarini, uno dei suoi fondatori, L’associazione BackBO è a DumBO da fine febbraio, quindi ora ha uno spazio adatto ai laboratori, naturalmente quando si potrà tornare ad organizzarli.
Anche per BackBO il tempo sospeso dall’emergenza Coronavirus è stato dedicato alla riflessione, all’analisi più approfondita del business plan e all’immaginare nuovi servizi e nuovi progetti. Ma partiamo dall’inizio, dall’idea di Pietro di ritornare al vuoto a rendere per aiutare a risolvere una delle criticità di Piazza Verdi, il cuore della zona universitaria bolognese: “Siamo nati nel maggio 2018, dall’idea su cui ho sviluppato la mia tesi (mi sono laureato in ingegneria gestionale) nata dopo l’Erasmus a Berlino, dove ho scoperto la pratica del vuoto a rendere, particolarmente efficiente e sostenibile da tutti i punti di vista. Spesso ci si riferisce alla sostenibilità intendendola solo dal lato ambientale ma l’idea di sostenibilità è anche economica e sociale. In Germania, questa pratica coinvolge tutti gli aspetti, a tutto tondo.”

L’idea di partenza è poi stata sviluppata e adattata, ma la missione resta sconfiggere la cultura dell’usa e getta e trasformarla nella cultura dell’usa e riusa, mettendo in pratica dal basso soluzioni di economia circolare. Proprio l’ingresso a DumBO, dalla vecchia sede alle Scuderie di Piazza Verdi, ha segnato la formalizzazione dell’associazione BackBO, composta da dieci giovani appassionati ed entusiasti, che per ora non vivono di questa attività. “Magari!”, commenta Pietro, “stiamo finendo di preparare il business plan nei dettagli per capire quali possono essere le nostre ambizioni future, qualcuno potrebbe diventare un dipendente dell’associazione e lavorare a tempo pieno, avrebbe molto valore per noi.”

Tra le attività principali di BackBO il servizio di bicchieri in plastica rigida “usa e riusa” per festival ed eventi. “Vogliamo dimostrare che fare eventi senza produrre rifiuti è possibile, prima di tutto il nostro è un messaggio di sensibilizzazione verso una cultura zero waste. Come funziona il nostro servizio? È semplice, durante un evento o una manifestazione quando si acquista il primo drink si prende anche un bicchiere che potrà essere riutilizzato per ulteriori consumazioni. Alla fine dell’evento lo si restituisce, ritirando la cauzione o lasciandola se si preferisce a supporto all’attività dell’associazione.” Semplice e allo stesso costo del famigerato bicchiere usa e getta ma con un grande risparmio in termini di smaltimento rifiuti e sostenibilità ambientale.

Le altre attività sono collegate al laboratorio installato a DumBO, “Abbiamo 5 macchinari”, spiega Pietro, “con cui possiamo riciclare la plastica monouso e trasformarla in diverse cose: in un filamento, che esce caldo e può essere lavorato sul momento oppure a freddo plasmato nella stampante 3D; abbiamo l’iniettore a pressione, con il quale è possibile creare oggetti di vario genere utilizzando degli stampi ad hoc; una stampante 3D auto costruita, di un metro e mezzo per un metro e mezzo; e un forno dove creiamo soprattutto delle lastre. Grazie a questa officina facciamo prototipazione, design, creazione di oggetti anche su commessa. Attraverso tutto questo vogliamo proporre attività di workshop per scuole o laboratori, sensibilizzando sui temi della sostenibilità”.

Torniamo alle idee per il futuro, quelle su cui in queste settimane di blocco si concentrano di più le dieci menti di BackBO: “Vorremmo diventare una sorta di incubatore, un attivatore per sviluppare progetti su economia circolare e innovazione sociale. Crediamo che l’unione faccia la forza e per questo stiamo approfittando di questo tempo anche per consolidare e allargare la rete di realtà a noi vicine e con i nostri stessi valori. Speriamo in futuro di poter diffondere BackBO in tutta Italia, i segnali sono incoraggianti: da Roma per esempio ci è arrivata la richiesta per l’apertura di un hub zero waste”.

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