Come costruire il futuro? Dall’#UltimoConcerto al prossimo concerto
«Vi aspettavate di vedere un nostro concerto e invece vi siete trovati davanti a un muro di silenzio. Non si tratta di un brutto scherzo. Questa è la situazione dei live club, luoghi in cui abbiamo incontrato molti di voi. Con questo sapore amaro in gola, vi chiediamo per loro e per noi tutto il supporto e la comprensione necessari. Un concerto senza musica non è un concerto. Un live club in silenzio non è un live club».
Sono queste le parole che hanno accompagnato l’assordante silenzio dell’#ultimoconcerto, l’iniziativa promossa da Assomusica, KeepOnLive ed Arci, a cui anche il nostro Distretto ha deciso di aderire per riportare l’attenzione sui problemi che, come tutti i Live Club d’Italia, stiamo vivendo.
Nelle ultime settimane il panorama artistico italiano si era concentrato su un’unica data: la sera del 27 febbraio si sarebbe dovuto tenere un grande evento gratuito in streaming, con più di 130 live da altrettanti club italiani.
Non c’è stato. Al suo posto un breve video, un ingombrante silenzio e un messaggio emblematico:
Per la prima volta i Live Club italiani, tra cui DumBO, si sono uniti per condividere un manifesto con cui si vuole aprire la fase della pianificazione e del dialogo per costruire quello che sarà il prossimo concerto.
I numeri dell’iniziativa
Per uno dei più grandi Flashmob del settore della musica dal vivo in Italia si erano “riuniti” più di 130 Live Club, che contemporaneamente e all’unisono hanno dato voce ai palchi ormai da troppo tempo condannati al silenzio.
Ma non solo, visto che sono stati tantissimi gli artisti che hanno supportato l’iniziativa, tra cui Ligabue, Caparezza, Diodato, i SubSonica, Lo Stato Sociale, Ghemon, Brunori Sas, i Pinguini Tattici Nucleari, i Ministri e molti altri ancora.
Più di 100.000 persone si sono collegate simultaneamente, assistendo all’assenza della musica, la cosa più importante.
Negli ultimi 12 mesi sono stati 15.000 i concerti cancellati e 50.000.000 di euro i mancati incassi stimati: numeri pesanti che non possono e non devono essere presi alla leggera.
Crediamo sia stato il modo migliore per far capire il ruolo fondamentale dei Live Club come DumBO, che sono da sempre luogo di condivisione, di arte e, nel nostro caso, anche di rigenerazione urbana.
Ora la speranza è che le nostre richieste, contenute nel Manifesto, vengano ascoltate: solo così potremo parlare del PROSSIMO CONCERTO.