Ottobre 5, 2022
Una stanza tutta per sé
Pratiche di consapevolezza corporea per battaglie gentili ma tenaci
Una stanza tutta per sé è il nome del percorso di consapevolezza corporea proposto da Chiara d’Amico, in instagram Ginkomoves, a DumBO. Non è un corso di yoga ma un percorso che attraverso pratiche corporee afferenti al teatro, alla performance e sì, anche alla yoga, mira all’acquisizione di una maggiore consapevolezza del proprio corpo e della propria mente, perché è bene essere gentili nel confronto con l’altro ma è essenziale essere determinati nelle proprie battaglie.
La formazione di Chiara d’Amico inizia con la danza e, da essa, con una riflessione sull’approccio a volte fin troppo rigido che alcune discipline hanno nei confronti del corpo. A seguito di un problema cronico si rende conto che qualsiasi malfunzionamento o difetto del corpo è solitamente percepito come una disabilità che limita ed esclude dalla pratica della maggior parte delle attività, yoga compresa.
“Non sono io a dire se quella che si fa è yoga, io propongo una pratica riconducibile ma può dirlo più chi lo fa piuttosto di chi propone la pratica”
Inizia quindi la sperimentazione che intreccia al tema dell’imperfezione e del limite, quella dell’accettazione consapevole e che si evolve in una ricerca personale tutt’oggi in corso avvalendosi di studi delle discipline orientali, esperienza nel campo delle arti performative, associazionismo e tante good vibes.
“La stanza della meditazione non dev’essere per forza un tempio, contaminare la propria stanza della meditazione non toglie credibilità alla pratica”
Il format Una stanza tutta per sé è l’incubatore nel quale è stato messo a germogliare questo pensiero. Non stiamo parlando di quattro pareti, un pavimento e una porta: la stanza è inconsistente, è uno spazio in cui porsi nell’ottica di accettazione di sé stessi e in un secondo momento, di tutto quello che entra nella stanza; un’accettazione consapevole e mai rassegnata.
“ A volte abbiamo un concetto confuso di ciò che è spirituale: si può fare un percorso spirituale anche restando nel mondo reale, anzi, si dovrebbe”
Chiara ha scelto DumBO come contenitore della sua pratica proprio per slegarsi dalla prassi di un corso canonico, per avere la possibilità di spaziare nella sua ricerca. Stare in un luogo indefinito, o meglio, definito dalle sole attività che lo animano, permette di lasciarlo crescere anche nelle direzioni più inaspettate.
“Non vivo lo spazio come un’interfaccia di vendita di un prodotto perché non ho nessun prodotto finito da vendere ma ho da condurre una ricerca. Per me questa ricerca è come avere fame.”
Ed effettivamente inaspettatamente sono fiorite delle relazioni, nel gruppo dei dieci partecipanti, che hanno creato un gruppo di lettura collegato a ciò di cui si è parlato durante il percorso proposto da Chiara, e che si incontrano al di fuori del corso semplicemente per condividere del tempo spinti dall’umana necessità di fare rete.
“E’ per quello che cercavo spazi urbani, contenitori di attività eterogenee, perché c’è la possibilità di evoluzione di un progetto, in modo inaspettato, anche per me stessa.”
Anche a ottobre, tutti i lunedì, ci si ritrova con Chiara in Baia alle 9.00 per riservarsi uno spazio e un po’ di tempo per sé stessi, una stanza tutta per sé, dove ritrovarsi e dove, senza grandi aspettative, stare bene con il proprio corpo, per un’ora e mezza.